Non bisogna per forza essere amanti dei libri, o appassionati di lettura, per capire quanto questa attività faccia bene non solo all'individuo, ma all'intera società.
Lo dimostra il presidente della Bolivia, Evo Morales, il quale, proprio in concomitanza con il via libera deciso dal Tribunale costituzionale per il suo terzo mandato, ha fatto una "imbarazzante" ammissione. Infatti, Morales ha dichiarato candidamente di non amare affatto la lettura, e di sfogliare solo svogliatamente le pagine dei libri che gli vengono occasionalmente regalati.
Le sue dichiarazioni sono state pubblicate su numerose importanti riviste, come "El Mundo" e in Italia da "La Stampa", al fianco però di ben altre dichiarazioni. Il presidente aggiunge infatti di essere dispiaciuto di questo, ma di non sapere davvero come fare per far nascere in sè questa passione. Ma, rendendosi conto di quanto le politiche nazionali possano contribuire alla diffusione dell'abitudine a leggere, ha già preso alcune importanti decisioni in tal senso.
Si tratta per lo più di misure di tipo economico: ha infatti deciso di abolire l'Iva sulla vendita dei libri nazionali e stranieri, azione che avrà come risultato un abbassamento di circa il 16% dei costi di copertina.
Ma non è tutto qui: Morales si propone anche di intervenire sul sistema bibliotecario, creandone uno nazionale che possa essere costantemente aggiornato, cosa che ad oggi in Bolivia non esiste, eccezion fatta per le città più grandi.
La singolare discrepanza tra le propensioni personali del presidente, e le sue decisioni istituzionali, dimostrano come sia sempre più in atto una sensibilizzazione circa il reale peso che la lettura ha nella formazione delle coscienze civili.
Promuovere la lettura, il mercato librario e la libera circolazione dei volumi da parte di uno stato, infatti, significa aver compreso come la crescita possibile sia non solo di rilevanza socio-culturale, ma economica.
Ben vengano allora dirigenti che ammettano pure di non leggere, ma che facciano di tutto affinchè le future generazioni invece possano sfruttare appieno questa grande risorsa culturale.
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