Se ne parla ormai da qualche tempo ed entro una settimana sapremo se YouTube, la piattaforma video più famosa al mondo, farà effettivamente partire canali a pagamento.
A riportare la notizia è il Financial Time -citando fonti interne all'azienda- secondo le quali i guadagni derivanti da questa nuova iniziativa potranno essere utilizzati per finanziare la produzione di contenuti originali.
Inizialmente, il servizio a pagamento potrebbe coinvolgere una cinquantina di canali con contenuti specializzati, con nuovi contenuti come serie tv e film, al costo di un abbonamento di 1,99 dollari al mese.
Ad ulteriore conferma delle intenzioni di YouTube -giunta al suo ottavo anno di vita- nella sua App per Android sono apparse da poco, come riferisce il sito Cnet, due righe di codice che farebbero effettivamente riferimento ad un contenuto a pagamento.
Si pensi che, in appena otto anni, si è passati da un singolo video caricato dal titolo “Me at the zoo”, a ben 1 miliardo di utenti mensili.
Non è ancora noto il nome delle emittenti che sigleranno accordi per questa iniziativa di YouTube, che conta comunque tra i suoi partner società come Howcast, World Wrestling Entertainment, The Onion e Machinima, un network per utenti di videogiochi.
L'idea dei canali in streaming a pagamento non rappresenta certo una novità in assoluto per il web e YouTube sarà destinato a trovarsi, fin da subito, a dover competere con Netflix, che, da semplice distributore di contenuti, ha iniziato a produrre programmi e serie tv, e vanta già 30 milioni di abbonati.
Altra concorrenza agguerrita sarà anche quella di Hulu, di proprietà della Disney, News corp e Comcast, che ha già tagliato il traguardo dei 4 milionidi utenti.
Infine, in arrivo potrebbero esserci poi anche Apple e persino Microsoft, che ha annunciato l'avvio di un programma per contenuti da distribuire attraverso Xbox.
Ad onor di cronaca, occorre precisare che dallo staff di YouTube non sarebbe trapelato finora nessuna indiscrezione in tal senso, anzi arrivano parziali smentite, soprattutto con riferimento alla tempistica, specificando che il lancio di queste novità non sarebbe affatto imminente.
Chi avrà ragione? YouTube o il Financial Time che ha lanciato l'anticipazione?
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