Non c'è nessuna conferma ufficiale, ma si dice che alcuni giorni fa un padre preoccupato abbia telefonato ai Nas, segnalando che il figlio minorenne aveva acquistato in un negozio che vende sigarette elettroniche, delle fialette alla marijuana.
I carabienieri sono andati a verificare la situazione e hanno trovato nel negozio, oltre ai vari aromi delle sigarette elettroniche che come tutti sanno sono veramente tantissimi, anche la cannabis ben in evidenza in una vetrina, oltre a numerose ricariche alle spalle del banco di vendita.
Ma non finisce qui.
I Nas hanno anche trovato oltre mille ricariche che non possedevano i requisiti per essere messe in vendita, e le hanno immediatamente sequestrate.
Adesso bisognerà verificare se l'indicazione dell'aroma "cannabis" è reale e il liquido contiene davvero marijuana, o se è solo un modo per attirare compratori e poter alzare il prezzo della ricarica.
Il laboratorio specializzato a cui i Nas stanno facendo analizzare le ricariche ci darà una risposta.
Di certo se venisse accertata la presenza di cannabinoidi o di altre sostanze vietate, il titolare del negozio sarebbe decisamente nei guai con la legge. L'accusa che gli potrebbe venir mossa è di "detenzione e spaccio di stupefacenti".
L'altra faccia della sigaretta elettronica
Questo è un altro esempio di come ogni cosa, anche positiva, possa avere due facce.
Il Ministero della Salute ha da poco fatto conoscere i risultati dell'inchiesta aperta dal procuratore aggiunto Raffaele Guariniello, che ha dimostrato che alcune ricariche sequestrate dai Nas e distribuite a Torino contenevano benzene, una sostanza cancerogena.
Un altro caso è quello reso noto diversi mesi fa, della presenza di nicotina in ricariche con la dicitura "nicotina zero", o di livelli di nicotina diversi da quelli dichiarati nell'etichetta.
Forse se...
Forse se il Ministero della Salute facesse meno supposizioni e avviasse una serie di controlli a tutela del consumatore e mirati alla verifica degli effetti "reali" e non presunti della sigaretta elettronica, anche gli svapatori o i futuri svapatori potrebbero capire meglio su quale fronte muoversi e in che modo.
Qui sembra solo che il problema sia chi debba vendere la sigaretta elettronica e non se è il caso di usarla o meno al posto della bionda classica per vantaggi di salute.
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