Tuesday, May 7, 2013

Credere in Dio aiuta a guarire dalla depressione

Tra le malattie contemporanee più diffuse, ci sono sicuramente le malattie mentali, e in particolar modo la depressione, che affligge molta parte della popolazione, e da cui uscire non è facile, giacchè si tratta di una patologia che non può essere curate semplicemente con delle pillole o con medicine.
Quale può essere il modo più efficace allora?
Numerosi medici e studiosi stanno cercando di trovare la strada migliore, tra i quali il dottor David Rosmarin del McLean Hospital di Belmont, Massachusset. Le ricerche portate avanti da quest'ultimo hanno dato dei risultati che sono stati pubblicati sul Journal of Affective Disorders, e in sostanza supportano la tesi secondo la quale la fede è un valido aiuto per guarire dalla depressione.
Si è infatti analizzato un campione di 159 pazienti, con età media di 33 anni, per circa la metà costituito da laureati. Tra queste persone, circa il 70% ha affermato di credere nell'esistenza di Dio, di un'essere superiore dunque, indipendentemente dalla religione specifica professata (il 48% ha invece dichiarato di essere cristiana) mentre il restante 38% si è professato ateo.
Per una anno poi queste persone sono state sottoposte a cure di vario genere per guarire dalla loro patologie, venendo sottoposte periodicamente ad indagine per verificare i miglioramenti che si verificavano. Alla fine, è stato dimostrato che le persone credenti avevano reagito assai meglio alle terapie, e che il loro grado di guarigione era decisamente più avanzato rispetto agli altri.
Il motivo è stato individuato nel fatto che, in sostanza, credere in qualcuno,o qualcosa, suscita anche un atteggiamento maggiormente positivo, e soprattutto la convinzione che nel futuro le cose potrebbero migliorare, e questo fa sì che anche le cure siano più efficaci perchè i soggetti sono più ricettivi nei loro confronti.
Non importa il Dio in cui si crede: il solo fatto di avere fede incrementa la speranza e l'ottimismo, e questi sono i veri toccasana nel caso di patologie mentali come la depressione. Tanto che si pensa proprio di inserirla come categoria terapeutica.

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