Che la società moderna sia stressante, che ci costringa a correre costantemente e che questo crei tutta una serie di disturbi nella personalità e nell'umore, sono cose che conosciamo molto bene perchè spesso le sperimentiamo direttamente sulla nostra pelle.
Molteplici sono poi le "tecniche di rilassamento" che vengono ideate per aiutare a ristabilire un equilibrio interiore senza ricorrere a medicinali, e senza peraltro spendere troppo denaro in sedute di terapie di vario genere.
Una di queste, che ancora non è molto nota ma sta prendendo sempre più piede, viene dall'America e si chiama "grounding". Considerando che in inglese "ground" vuol dire terra, si può facilmente intuire come si basi soprattutto sulla ricerca di un rinnovato rapporto con la terra, intesa proprio fisicamente come suolo, contatto con ciò che sta sotto i nostri piedi.
Semplicisticamente, si potrebbe dire che l'assunto di partenza sia quello di restare letteralmente "con i piedi per terra". Spesso noi invece abbiamo "la testa tra le nuvole", nel senso che siamo concentrati sui nostri problemi e sugli impegni da affrontare, quindi affatichiamo la testa e in generale la parte alta del corpo.
Per ristabilire un bilanciamento bioenergetico nell'organismo dunque bisogna ristabilire il contatto con il suolo, con la parte bassa, gambe e piedi, per trovare una nuova postura sia materiale che mentale.
Il primo teorizzatore del grounding fu, negli anni sessanta, lo psicoanalista americano Andrew Lowen, il quale capì che ristabilire un contatto con la parte bassa del corpo serve a rimettere a posto tutta una serie di problematiche, fisiologiche e psicologiche.
Ad esempio, agevola la circolazione venosa, favorisce il defluire dei liquidi dall'addome e dalle gambe, e inoltre aiuta a ritrovare un rapporto sano con la propria sessualità e garantisce il recupero di vitalità e forza.
Inoltre gli esercizi da seguire sono davvero semplici, e possono essere svolti anche in autonomia, e consistono in alcune flessioni sulle ginocchia da svolgere davanti allo specchio. Un po' di costanza e pochi minuti al giorno per trovare un centro di gravità: se non esistenziale, almeno corporale!

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