Passaggio di consegne al Ministero dell'Economia: a Vittorio Grilli succede il nuovo titolare del Dicastero di Via XX Settembre, Fabrizio Saccomanni che proviene -come Mario Draghi- direttamente dalle austere stanze della Banca d'Italia.
Il neo Ministro si è già trovato sulla scrivania una lunga serie di temi economici che, da troppo tempo ormai, aspettano risposte.
Quali, in che tempi, verso che direzione? Questo sarà il primo vero esame del Governo presieduto da Enrico Letta.
Comunque la si pensi, è ormai chiaro a tutti che questo regime di assoluto rigore debba giungere al capolinea e che, pertanto, serva tutta una serie di provvedimenti coordinati per tornare alla crescita.
A breve sarà necessario confrontarsi con Bruxelles per ottenere la chiusura della procedura per deficit eccessivo ed eventualmente per ricontrattare i tempi di rientro come già fatto dalla Spagna.
Ecco il primo scoglio: una recente correzione al Documento di Economia e Finanza (DEF) effettuata dal precedente governo Monti ha trasformato in permanente l'IMU che, nella sua versione originaria, aveva un carattere sperimentale fino al 2015.
Quali scelte adotterà il governo Letta, dal momento che PD e PDL che lo sostengono, nonché il Movimento 5 Stelle, sono per la sua abolizione?
Se poi intendesse fare quanto promesso da Silvio Berlusconi in campagna elettorale, ovvero la restituzione dell'IMU sulla prima casa, già versata nel 2012, dovrebbe “trovare” nel giro di poco ben 8 miliardi di euro; più onesto pensare che per l'IMU si possa prevedere una semplicerevisione, ovvero di non far pagare nulla fino a 500 euro, redistribuendo l'onere sulle fasce più alte dei contribuenti.
Una delle vere e proprie emergenze che Saccomanni e il collega dell'Welfare Giovanninidovranno affrontare al più presto sarà quella degli esodati e dei cassaintegrati: la cassa integrazione in deroga finisce entro giugno, mentre da calcoli recenti sembra ci siano ulteriori 140.000 esodati da dover salvaguardare.
Verranno rifinanziate le spese relative alle cosiddette missioni di pace? Verranno alla fine acquistati gli ormai tristemente famosi F35?
Verranno rifinanziate le spese relative alle cosiddette missioni di pace? Verranno alla fine acquistati gli ormai tristemente famosi F35?
Con l'auspicio che non emergano anche problemi riguardo il deficit eccessivo.
Con il pagamento deidebiti della P.A., infatti, si arriverà al 2,9%, appena sotto la soglia del 3% stabilita dai parametri di Maastricht.
Anche se, non è da escludere che si possa avviare una trattativa con l'UE sulla scorta di quanto già ottenuto in deroga dalla Spagna, ovvero sulle modalità di riordino dei conti, con parametri più morbidi.
C'è poi il tema spinoso dell'intesa fiscale con la Svizzera, che però non sembra molto intenzionata a chiudere l'annosa questione della tassazione alla fonte dei capitali italiani ben conservati nelle banche elvetiche.
La prima pagella al governo Letta arriverà, immancabilmente, dai mercati: c'è attesa, infatti, per l'asta dei titoli di Stato a 5 e 10 anni per 6 miliardi di euro.
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