Sunday, April 28, 2013

DELITTO CARLO ALBERTO DALLA CHIESA | IL MISTERO DELLA BORSA "RITROVATA"

Tutte le volte che viene scoperto un elemento che appartiene a qualche mistero del passato, aumenta in maniera naturale la nostra curiosità, quasi come quella degli archeologi di fronte ad un ritrovamento storico.
Così non fa neppure eccezione la borsa di colore marrone che Carlo Alberto Dalla Chiesa teneva sulle gambe la sera del 3 settembre 1982 sulla A112 guidata dalla moglie Emanuela Setti Carrano e il cui "ritorno alla luce" potrebbe far nascere nuovi interrogativi.

Meglio usare il condizionale, anche perchè, a trentun anni dall’eccidio di via Isidoro Carini a Palermo, era scontato che la borsa fosse completamente vuota.
Sarebbe strano, semmai, se fosse stato il contrario, tenendo conto del tempo trascorso: tra l'altro, la borsa si trovava esattamente nel posto in cui doveva essere cioè negli scantinati del Palazzo di Giustizia di Palermo.
Un fermaglio della signora, un biglietto del traghetto Napoli-Palermo, la lista dei regali di nozze di Carlo Alberto dalla Chiesa e di Emanuela Setti Carraro, che si erano sposati il 10 luglio.

Nessun documento riservato, nulla a cui potesse far riferimento quella lettera molto dettagliata, inviata alla Procura, mediante la quale veniva rivelata l’esistenza di documenti molto importanti, addirittura scottanti. Si parlava di considerazioni personali del generale, in merito all’esistenza di una trattativa fra Stato e mafia.
Visto che la borsa è stata ritrovata in mezzo ai corpi del reato, è probabile che qualcuno già ci avesse messo le mani dentro: si trattava di qualcuno di autorizzato o di qualche "infiltrato", molto interessato a far sparire rivelazioni clamorose e compromettenti? Perchè è stata scritta quella lettera? Per aiutare a trovare la verità o per "depistarla"?

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