Uno dei personaggi più amati della storia della letteratura mondiale è senza ombra di dubbio Sherlock Holmes, il celebre investigatore di Baker Street, capace di districare anche i casi più complicati con il solo ausilio della sua mente brillante e della sua capacità deduttiva.
Le trasposizioni cinematografiche delle varie avventure che lo vedono protagonista, insieme al fido Dottor Watson, sono innumerevoli e spesso si concedono anche divagazioni sul tema, cambiando notevolmente i personaggi e i rapporti di forza: come ad esempio nella pellicola "Senza indizio"(1988), dove Micheal Caine interpreta uno Sherlock mentecatto, e dove la vera mente investigativa è in realtà il dottor Watson (interpretato da Ben Kingsley). O ancora, viene ipotizzata l'adolescenza dell'investigatore, nel film "Piramide di Paura" girato nel 1985 da Barry Levinson.
Adesso, la giovinezza di Sherlock Holmes è raccontata anche in una serie di libri per ragazzi redatti da Andrew Lane, scrittore britannico, dal titolo "Young Sherlock Holmes", che è stata approvata nientemeno che dalla Conan Doyle Literary Estate.
In questi racconti si cerca di ipotizzare come potesse essere l'investigatore da bambino, in che modo cioè le sue straordinarie capacità si sono sviluppate, che influssi ha ricevuto, il tutto sullo sfondo ovviamente di nuovi misteri da risolvere.
Intervistato, Lane ha detto di essere sempre stato affascinato da questo personaggio, specie nella sua complessa psicologia da adulto. Sherlock è infatti un maniaco compulsivo, fa uso di stupefacenti e soffre spesso di crisi depressive, e accompagna una rigorosa mentalità logico-deduttiva ad un estro creativo dimostrato dal suo amore per il violino.
Lane cerca di spiegare tutto questo mettendogli al fianco due figure paterne, che causeranno il suo bipolarismo tra creatività e rigore logico: Amyus Crowe, ex cacciatore di taglie e suo istitutore, accanto a Rufus Stone, il maestro di violino. Inoltre approfondisce il legame di Sherlock con il fratello, il tutto sullo sfondo di una Londra vittoriana ricostruita con veridicità storica e grande fedeltà.
Si dimostra così ancora una volta come i personaggi dei libri, ad un certo punto, inizino a vivere di vita propria: se si pensa che Conan Doyle avrebbe voluto uccidere il suo Sherlock, egli dimostra ancora di avere un'ottima vitalità.
No comments:
Post a Comment