Monday, April 29, 2013

Le aree verdi fanno bene all'umore: lo dice una ricerca scientifica

Da sempre, nei piani regolatori delle città, si fa attenzione ad inserire le cosiddette "aree verdi", ovvero zone in cui vi siano alberi o piante che spezzino l'uniformità del cemento e dell'asfalto, evitando di soffocare così il paesaggio, e le persone che vi abitano.
L'importanza di una simile realtà è sottolineata oggi da una ricerca portata avanti dal dottor Matthew White dell'Exeter Medical School dello European Center for Environment and Human Health, poi pubblicata sull'importante rivista scientifica Psychological Science.
Il team di ricercatori ha seguito per un periodo di tempo alcune famiglie britanniche, e ha infine concluso che chi vive più a stretto contatto con aree verdi tende a soffrire di meno di disturbi psicologici, ed in genere ad essere maggiormente soddisfatto della vita che conduce. 
L'indagine ha tenuto conto anche di altro tipo di cambiamenti che potevano essere intervenuti nelle persone osservate, come ad esempio il reddito, lo stato occupazionale o quello civile, lo stato di salute e il tipo di alloggio.
L'impatto emotivo che, in termini di benessere, ha vivere in luoghi verdi, è davvero molto elevato: paragonabile come sensazione a quella che provocano i grandi eventi della vita, come il matrimonio, rispetto al matrimonio stesso causa però circa tre volte di più felicità e serenità, mentre dieci volte di più rispetto all'essere assunti, dopo essere stati a lungo disoccupati.
Il dato nuovo che la ricerca è riuscita a riportare riguarda soprattutto la certezza acquisita circa il fatto che sia la vicinanza ad un'area verde a indurre lo stato di benessere, e non viceversa, come invece si pensava, e cioè che chi sta bene tenda a volersi trasferire in luoghi dove vi sia parecchia vegetazione. 
Grazie a dei calcoli longitudinali condotti su dati raccolti dal 1991 al 2008 si è potuto accertare infatti che anche brevi periodi di tempo trascorsi a vivere in aree verdi migliora l'umore delle persone, e persino le loro capacità cognitive.
Secondo White, di tutto questo dovrebbero tenere conto soprattutto i politici nel momento di decidere una pianificazione urbanistica, perchè se un effetto positivo si riscontra già sulla singola persona, ben maggiori potrebbero essere i vantaggi per un'intera comunità.

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