Sunday, April 21, 2013

Giselle: in vita dal 1841


Preceduta da La Silfide (1832), Giselle (1841) trionfa su tutti i balletti del periodo romantico, per quell'armonia lieta degli elementi che rendono perfetto, o quasi, un balletto.
Théophile Gautier è il creatore di questo capolavoro: Gautier affidò al librettista Henri Vernoy de Saint-Georges il tema letterario di una leggenda tedesca che narra la triste storia delle Villi, spiriti vaganti, ansiosi, infelici, delle fidanzate morte prima di poter realizzare il loro sogno d'amore.
Riassumiamo la storia che nel 28 giugno del 1841 prese la nobile forma del balletto classico per la prima volta all'Opéra di Parigi.
Il nobile Albrecht si innamora di Giselle, una fanciulla del villaggio, la quale ricambia il suo sentimento, ma non sa che lui non è un contadino.
Di Giselle è anche innamorato Hilarion, il guardiano dei boschi, ma non è corrisposto: nella capanna dove Albrecht si cambia, Hilarion trova una spada che convalida le nobili origini del giovane che non tarderà a smascherare difronte alla sua amata Giselle, al duca di Curlandia e alla promessa sposa di Albrecht, Bathilde, durante una sosta al villaggio per la caccia.
Giselle, sconvolta dall'inganno, impazzisce e muore.
Le Villi, si alzano dalle loro tombe, nelle notti di luna, a mezzanotte, per danzare e far danzare fino alla morte
Giselle
 chi osi accostarle: la loro regina, Myrtha, le riunisce per accogliere Giselle nella loro mistica comunità.
Hilarion visita la tomba di Giselle, pieno di rimorso, ma le Villi lo avvicinano e lo fanno danzare fino a farlo morire; ora è la volta di Albrecht, che invoca il perdono di Giselle.
Myrtha ordina la sua morte e quando Giselle cerca di salvarlo, la regina impone al giovane di danzare con lei fino allo stremo delle sue forze.
Ma l'amore è più forte della morte: Giselle sostiene più volte Albrecht, dandogli forza, e proprio quando sta per cedere alla fatica suona la campana dell'alba; le Villi spariscono, Albrecht è salvo.
Giselle rientra nella sua tomba e Albrecht, trasfigurato dal dolore, può guardare redento ad una nuova vita.
In quell'anno il balletto andò in scena una trentina di volte circa, una ventina nell'anno successivo, rappresentato ininterrottamente fino al 1850, per una sosta, poi riprese dal 1863, e ancora oggi possiamo ammirare questo capolavoro, come ad esempio dal 26 aprile al 4 maggio al Teatro alla Scala di Milano, che danza da 172 anni, sulle note di Adolphe Adam.

No comments:

Post a Comment