Un primo passo importante è stato già compiuto e cioè quello della nomina di Enrico Letta quale Presidente del Consiglio: le reazioni in Europa sono state buone con la Germania che ha benedetto la "grosse koalition" ed anche i mercati finanziari hanno accolto positivamente la nuova svolta della politica italiana.
Ma i problemi non sono ancora del tutto finiti, perchè ora c'è da nominare i diciotto ministri e non crediamo, sarà tanto facile arrivare a soluzioni che possano accontentare tutti...
Sono tanti i nodi da sciogliere e il totoministri, in queste ultime ore, sta catalizzando l'attenzione dell'opinione pubblica, anche perchè c'è la curiosità di vedere quale forza politica potrà essere più "contenta" delle decisioni del neo premier incaricato.
Intanto, di sicuro, Enrico Letta dovrà "duellare" subito con Silvio Berlusconi per quanto riguarda l'assegnazione del ministero della Giustizia e quello dell'Interno, due dicasteri "molto cari" al Cavaliere.
Il leader del Pdl vorrebbe al Viminale l'ex presidente del Senato, Renato Schifani ma soprattutto si opporrà fermamente alla riconferma di Annamaria Cancellieri.
Anche per il ruolo di Guardasigilli, aspettiamoci contrasti e voci grosse: da una parte, si parla di una prosecuzione del mandato al ministro uscente Paola Severino, soprattutto perché sarebbe la più adatta a riaprire il dossier della legge anticorruzione, un tema che dovrà essere al più presto preso in esame.
Le possibili alternative sono rappresentate Luciano Violante e Franco Gallo, attuale presidente della Corte costituzionale.
Altri due dicasteri particolarmente "fastidiosi" saranno: il Lavoro, per il quale si prevede un ballottaggio tra Renato Brunetta e Tiziano Treu e lo Sviluppo economico, insieme a quello delle Comunicazioni. Anche, in questo caso, ci sarà da vedere chi la spunterà tra l'uscente Corrado Passera e l'ex ministro berlusconiano Paolo Romani.
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