1878, sembra un giorno qualunque, normale e trascinato dal solito vivere quotidiano, eppure lo scrittore francese Hector Malot decide di mettere in moto la sua verve creativa o, meglio, sprona la sua ispirazione per scrivere uno dei più bei romanzi di sempre: Sans Famille - Senza Famiglia.
Un'opera unica, che segue due linee ben precise: alcuni sostengono che lo scrittore si sia ispirato a una storia realmente accaduta, invece altri affermano che sia solo frutto della fantasia, ossia un romanzo dedicato alla sua piccola figlia Lucia come si evince dalla stessa dedica di Malot: "Mentre scrivevo questo libro ho sempre pensate a te, figlia mia [...] Il tuo nome mi è venuto ad ogni momento sulle labbra...Non so quale fortuna sia riservata a queste pagine, ma ad ogni modo esse mi han procurato dei piaceri che valgono tutte le fortune: la soddisfazione di pensare che tu potrai leggerle, la gioia di poterle offire".
La storia del trovatello dal cuore dolce e combattivo, riceve il premio dell'Accademia di Francia e a tanti anni di distanza, ancora è molto amato.
Dal romanzo vengono tratti due adattamenti cinematografici, precisamente francese e italiano.
Però la svolta avviene nel 1977, il "made in Japan" colpisce ancora e la Tokio Movie Shinsha riesce a portare sul piccolo schermo un anime, Rittai anime ie naki ko Remi - Remì e le sue avventure (così è conosciuto dai telespettatori Italiani).
Il cartone viene trasmesso per la prima volta sulla Rete 1 il 22 ottobre del 1979 e la sigla iniziale (indimenticabile il tormentone "Dolce Remì, piccolo come sei, per il mondo tu vai") è cantata dai I ragazzi di Remì e firmata dal maestro Vince Tempera.
Così, Remì diviene uno dei personaggi più amati del giovane pubblico italiano e la storia del piccolo trovatello che, preso dalla compagnia di artisti da strada del signor Vitali, accompagnato da Capi, Zerbino, Dolce e Joli Coeur, diventa un appuntamento fisso e imperdibile.
Scavando nella storia del romanzo, emerge che dopo tante edizioni (in Italia la prima traduzione è del 1890), Senza famiglia passa letteralmente di moda.
I giapponesi (tanto apprezzati per il disegno, la fantasia, il sentimento e i temi trattati) riescono a imprimere un qualcosa di speciale e trasformano il romanzo in un cartone di 51 puntate, contraddistinto da lacrime, sacrifici, sorrisi e tanto amore.
Il successo dell'anime è così grande che, già a quei tempi, una puntata di Remì viene trasmessa in 3D, tanto che lo storico settimanale TV Radiocorriere regala gli occhiali per visioni tridimensionali.
Le vicende del piccolo e indifeso artista di strada, provocano incomprensioni e rifuto da parte di alcuni genitori, ma un cartone sorretto dalla realtà, dove non sempre la felicità fa da padrone, perché può generare e innescare tanta avversità?

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