Nel corso degli ultimi giorni sembrava che le tensioni si fossero quantomeno raffreddate dalle parti del 38° parallelo.
Invece, ecco che a smentire il pur cauto ottimismo che trapelava da alcune fonti vicine al governo sudcoreano, giunge la notizia del trasferimento da parte della Corea del nord di alcuni transporter-erector-launcher (Tel) sulla costa orientale.
Si tratta di veicoli mobili destinati al trasporto ed al lancio di missili.
Come riferito dall'Agenzia Yonhap, citando fonti militari di Seul, i Tel sembrerebbero del tipo utilizzato per i missili Scud e rafforzerebbero l'ipotesi circa i preparativi per il lancio di un vettore.
Inoltre, sempre secondo le autorità dei servizi di intelligence della Corea del sud -citate in forma anonima- il Nord già dai primi giorni del mese di aprile avrebbe trasferito due missili Musudan di media gittata a Wonsan, piazzandone altri sette su Tel nella prefettura di Hamgyeong del Sud, località che is affaccia sulla costa orientale.
Le nuove rampe sembrerebbero attrezzate per missili a corto raggio Scud, mentre le altre per i missili a medio raggio Musdan, perfettamente in grado di raggiungere il Sud, il Giappone e la base USA di Guam che si trova nel Pacifico.
Alcuni esperti ritenevano probabile un attacco della che Corea del Nord per lo scorso 15 aprile, anniversario della nascita del fondatore del regime Kim II-Sung.
Tale previsione non si è fortunatamente verificata, ma resta viva la minaccia.
Pare addirittura che, negli scorsi giorni di silenzio, fossero state avviate trattative sotterranee con la mediazione della Cina.
Ora questa manovra che mette di nuovo tutto il mondo in pericolo.
L'escalation militare ha portato pure il Giappone a installare batterie anti-missile nel centro di Tokyo e in altre zone del Paese.
Teniamo infine presente che il 30 aprile si concluderanno le annuali esercitazioni militari congiunte di Stati Uniti e Corea del sud, considerate un'assoluta minaccia per il governo di Pyongyang.
Se anche questa volta non succederà nulla -come tutti del resto ci auguriamo- il giovane Kim Jong-un avrà comunque riaffermato ancora una volta di fronte al proprio popolo la sua indiscussa leadership.
Che è probabilmente l'unica cosa che gli interessi ottenere, visto il grave stato di indigenza del popolo nordcoreano, fiaccato dall'embargo imposto dall'Onu e da questa pericolosa situazione in cui è stato cacciato proprio da Kim Jong-un.

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