Saturday, May 4, 2013

BANGLADESH: CROLLO DEL RANA PLAZA | SALE A 507 IL NUMERO DEI MORTI

Nuovi corpi senza vita sono stati estratti dalle macerie di quel che resta del Rana Plaza, l'edificio che ospitava varie fabbriche d'abbigliamento nel Bangladesh.
Il bilancio delle vittimesale dunque al ragguardevole numero di 507, mentre continuano le ricerche nella flebile speranza di ritrovare fra le macerie ancora qualche segno di vita.
La fabbrica di abbigliamento coinvolta nel crollo aveva più di 3.000 dipendenti di cui circa 2.500 si sono fortunatamente salvati.
Proprio nei giorni scorsi le autorità del Bangladesh hanno deciso di chiudere la fabbrica tessile, sita della città di Savar, che aveva mostrato alcune pericolose crepe nel quarto, quinto e sesto piano.
Nel frattempo la poliziaha proceduto all'arresto del proprietario dello stabile, Rana Muhammad, reo di aver costruito il palazzo con otto piani, contravvenendo a quanto prescritto dai permessi che avrebbero consentito una sopraelevazione massima di cinque piani.
A quanto è dato di sapere, assieme al proprietario sarebbe stato fermato anche un ingegnere coinvolto nella costruzione illegale.
Dai primi riscontri in mano agli inquirenti emergerebbero circostanze a dir poco inquietanti: il giorno precedente il crollo del 24 aprile, pare che l'edificio sia stato ispezionato da un esperto, su sollecitazione dei lavoratori che avevano notato delle crepe nella struttura.
Pare anche che questoesperto abbia da subito avvertito il proprietario dello stabile del pericolo riscontrato ma che quest'ultimo, incurante della segnalazione, abbia deciso di continuare a far lavorare i suoi operai.
Il Rana Plaza ospitava al suo interno ben cinque fabbriche di abbigliamento che lavoravano per prestigiosi marchi stranieri della moda.
E' infine ripresa l'attività nel Distretto di Dacca, dopo otto giorni di violenti scioperi e proteste degli operai che non sopportano più di essere considerati “carne da macello” a bassissimo costo da imprenditori bengalesi senza scrupoli, al soldo delle multinazionali della moda, che dimostrano anch'esse tutta la loro avida irresponsabilità sociale.
A tale riguardo c'è da dire che non tutti i marchi che producevano nelle fabbriche del Rana Plaza sono stati ancora identificati.
Quel che appare certo ad oggi, è il fatto che, al momento della tragedia, i lavoratori mortie feriti stavano producendo capi d'abbigliamento per marchi europei e nordamericani.

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