Ci sono Comuni che ne traggono vergognosi vantaggi economici, bisogna infatti comunicare i dati della patente di chi guidava al momento dell'inflazione, altrimenti si incombe nella sanzione, che diciamolo è molto onerosa.
L'articolo è stato introdotto nel 2005 e si è rilevato un vero pozzo di San Patrizio per i Comuni, infatti i punti non giovano a nessuno, perderli o acquistarli è qualcosa che non si vede e non si sente, sono solo numeri in mano alla motorizzazione, mentre la sanzione di 250 euro, è una manna dal cielo e altroché se si vede e si sente.
Ok ma dove è lo scandalo? Lo scandalo sta nell'uso che certi Comuni fanno dell'articolo 126 bis, infatti molti di essi non comunicano affatto che bisogna comunicare i dati, tramite un modulo, di chi guidava al momento dell'inflazione entro i 60 giorni previsti, non solo, non comunicano neanche che l'amministrazione locale ha tempo 90 giorni per ricorrere al famoso articolo 126 bis.
Morale della storia: voi non compilate il modulo perché ne ignorate l'esistenza, scadono i 60 giorni ed entra in vigore il 126 bis, che tramuta i punti che avreste perso in soldi per il Comune, il quale però a 90 giorni di tempo per notificare tale cartella risarcitoria, ma anche questo voi non lo sapete, perché non vi è stato comunicato, quindi potreste ritrovarvi a pagare una sanzione che risale a un'inflazione di tre anni fa, senza sapere che in realtà non dovreste pagarla, perché ormai sarebbe prescritta.
Tutto questo alla maggior parte degli automobilisti è sconosciuto,
Fatto sta che oggi sono oltre 80 le infrazioni che comportano la sottrazione di punti. Tanto per fare qualche esempio: la sosta in zona gialla (fermata bus, spazio per disabili o per taxi) comporta 2 punti; la sosta sulla carreggiata nelle ore notturne senza accendere le luci = 1 punto; i bagagli mal sistemati sul tetto = 1 punto. In parole povere, tranne la semplice sosta vietata, tutte le altre comportano il ritiro di almeno un punto. E quindi l’autodenuncia con i dati della patente. Oppure la mega-sanzione. Che, dagli iniziali 250 euro, con l’aggiornamento biennale del 5,4% scattato a gennaio, è oggi salita a 284. Ai quali va aggiunta una perfida cresta, giustificata come “spese di spedizione”, che in alcuni casi sfiora i 20 euro. Morale, dimenticare in buona fede di riempire il modulo costa un botto.
Fatto sta che oggi sono oltre 80 le infrazioni che comportano la sottrazione di punti. Tanto per fare qualche esempio: la sosta in zona gialla (fermata bus, spazio per disabili o per taxi) comporta 2 punti; la sosta sulla carreggiata nelle ore notturne senza accendere le luci = 1 punto; i bagagli mal sistemati sul tetto = 1 punto. In parole povere, tranne la semplice sosta vietata, tutte le altre comportano il ritiro di almeno un punto. E quindi l’autodenuncia con i dati della patente. Oppure la mega-sanzione. Che, dagli iniziali 250 euro, con l’aggiornamento biennale del 5,4% scattato a gennaio, è oggi salita a 284. Ai quali va aggiunta una perfida cresta, giustificata come “spese di spedizione”, che in alcuni casi sfiora i 20 euro. Morale, dimenticare in buona fede di riempire il modulo costa un botto.
Ma, ironia della sorte, è proprio quello che i Comuni sperano, anzi ci contano e arrivanopersino a modificare la data dell'inflazione pur di intascare il bottino.
Quindi quando vi arriva la famosa cartella dei punti sottratti, andate subito al comando del vostro Comune e comunicate i dati della patente di chi guidava, allegate la fotocopia della patente stessa, in modo tale, che toglieranno i punti dalla patente e a voi resteranno oltre 250 euro in tasca.

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