Il nostro Paese, grazie alla legge che consente il trapianto parziale tra viventi, sta diventando più civile ed è una nuova sensibilità.
Questo potrà salvare vite, soprattutto di bambini, ed è un'opportunità che va ad aggiungersi alla possibilità che un vivente doni un rene, o una porzione di fegato, come permette una legge già dal dicembre del 1999.
Grazie a questa grande generosità del dossier giuridico che regola questi atti, e grazie all'autorizzazione straordinaria, data da Umberto Veronesi, il 16 marzo 2001 fa fatto il primo trapianto di fegato tra viventi: un trapianto parziale tra un figlio di 32 anni e un padre di 60 anni, in condizioni ormai molto gravi a causa di un'avanzata citrosi epatica.
Il trapianto parziale di fegato, il primo in Italia, fu effettuato nell'ospedale milanese di Niguarda Ca' Granda, e tenne tutti con il fiato sospeso, dopo una giornata frenetica e appassionata per velocizzare tutti gli atti di legge necessari.
Questo delicato intervento, eseguito da un'équipe multidisciplinare, durò 12 ore, e per fortuna andò benissimo.
Si ricorda anche una dichiarazione dell'allora direttore sanitario di Niguarda, Alberto Zoli, che disse che al malato non restavano più di 30-60 giorni di vita e, che l'attesa per avere un fegato da un cadavere era di oltre quattro mesi.
Ecco, mentre dobbiamo prendere atto con molta soddisfazione che il numero di trapianti da cadavere continua ad aumentare, grazie a una migliore organizzazione e a una migliore sensibilità dei cittadini, perchè ora l'Italia è al terzo posto dolo la Spagna e la Francia, possiamo sperare che la legge approvata nel 2012 all'umanimità del Senato sia una specie di ponte verso la vita, nel caso che non ci sia disponibilità di organi e si riscontrino le condizioni giuste sia per il ricevente, sia per il donatore, il quale, è bene ricordarlo, non rimane menomato.
Per salvare un bambino affetto dalla fibrosi cistica basta un piccolo segmento di polmone, così come serve un corto tratto d'intestino per battere altre crudeli malattie, ed è sufficiente una piccola porzione di pancreas per preservare l'esistenza di bambini con diabete giovanile, resistenti all'insulina.
Insomma, un papà o una mamma potranno salvare un figlio donando un pezzo di loro.
No comments:
Post a Comment