Monday, May 6, 2013

MINISTRO CECILE KYENGE, FRASE CHOC IN TV: "REATO CLANDESTINITA' VA ABROGATO" . ED E' SUBITO BUFERA POLITICA

Il neo ministro Cecile Kyenge, da pochi giorni insediato dal governo Letta, sta già provocando dure reazioni nell'ambiente politico per alcune sue affermazioni che rischiano di provocare profonde spaccature.
E' il caso, ad esempio, della dichiarazione fatta ieri nel corso della trasmissione "In mezz'ora" in onda su Raitre e condotta da Lucia Annunziata: "Il reato di clandestinità andrebbe abrogato" ha detto il ministro, suscitando subito accese polemiche.

Durante l'intervista, Cecile Kyenge ha voluto descrivere brevemente alcune tappe che hanno caratterizzato la sua vita: "Un padre cattolico e poligamo, 38 fratelli figli di diverse madri." Anche lei in Italia arrivò come  irregolare: "Il vescovo della mia città mi aveva trovato una borsa di studio alla Cattolica di Roma", ma questa borsa non è mai arrivata e l'attuale ministro ha trascorso un anno in cui si è trovata costretta a cercare un lavoro per poter restare in Italia.

Sempre in tema politico ha aggiunto: "A chiedere che sia il principio dello ius soli a ispirare il legislatore sul conferimento della cittadinanza italiana è la società", ha ribadito il ministro lasciando presagire la possibilità di proporre un ddl di riforma sul tema dell' immigrazione. 

Renato Schifani, capogruppo del Pdl al Senato, ha immediatamente risposto: "Non si esageri e si usi maggiore cautela anche da parte dei membri del governo. Quello del ministro Kyenge, che annuncia urbi et orbi che il reato di immigrazione clandestina andrebbe abrogato ed un ddl sullo ius soli nelle prossime settimane, è soltanto l’ultimo episodio". 
Inoltre, Schifani ha ribadito come sia necessario evitare "proclami solitari, senza che gli argomenti siano discussi e concordati in un ambito collegiale". 
Anche Maurizio Gasparri ha alzato subito una barricata: "Le norme sul reato di immigrazione clandestina vanno rispettate e il ministro sa bene che su esse non è lei a poter decidere".

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