Nuove vittime, questa volta se ne contano ben cinque -tutti soldati americani appartenenti al contingente Isaf- tre dei quali hanno perso la vita a seguito dello scoppio di un ordigno artigianale urtato dal veicolo su cui viaggiavano.
Altri due sono stati uccisi nell'ovest del Paese, per mano di un soldato afghano che avrebbe rivolto l'arma verso di loro.
Il primo episodio è accaduto nel distretto di Maiwand, considerato un caposaldo dei talebani, zona che confina ad ovest con la provincia di Helmand, ove lo scorso 30 aprile furono uccisi altri tre soldati britannici, sempre da una bomba posta lungo la strada.
Il tragico bilancio dei morti del contingente internazionale sale così a 49 militari, di cui 32 di nazionalità statunitense, ciò solo a far data dall'inizio dell'anno.
L'escalation di violenza registrata in questi ultimi mesi fa ormai parte della “consueta” offensiva di primavera dei talebani, che hanno già preannunciato futuri attacchi alle basi militari straniere e alle aree diplomatiche.
Tutto ciò quando, proprio nella giornata odierna, il neo Ministro della Difesa, Mario Mauro, si è recato in visita al nostro contingente nella regione occidentale dell'Afghanistan.
Accompagnato dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, il Ministro è stato accolto dal Comandante del Regional Command West (RC-W), generale di brigata Ignazio Gamba, con il quale si è intrattenuto per un aggiornamento sulle operazioni in corso e su quelle di futuro svolgimento.
Successivamente Mauro ha incontrato il personale italiano dislocato nella base di Camp Arena, ove si è rivolto ai militari esprimendo loro apprezzamento e gratitudine del governo e degli italiani per i sacrifici affrontati consapevolmente e per l'alta professionalità quotidianamente dimostrata sul campo “La libertà ha un prezzo e il prezzo è anche la vostra presenza attiva qui: oggi sono qui per dirvi grazie”.
A conclusione della sua visita il neo Ministro della Difesa si è recato -a bordo di un elicottero NH-90 della Task Force “Fenice”- nelle basi avanzate di Farah e Shindand, nelle quali sono attestate le unità di manovra basate rispettivamente sull'8° e 7° Reggimento Alpini della Brigata “Julia” che, nell'ambito del delicato processo di transizione, assistono e supportano le forze di sicurezza afghane nel controllo delle province “calde” di Herat e Farah.
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