Discorso storico di Giorgio Napolitano il giorno del giuramento per il suo secondo mandato da Presidente della Repubblica.
Si commuove, bacchetta i politici, si toglie parecchi sassolini dalla scarpa e, soprattutto, dice chiaramente quali saranno i principi ispiratori del suo futuro operato.
E tutto, o quasi, il parlamento lo applaude.
La commozione di Giorgio
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Napolitano rieletto |
Aveva più volte affermato di voler tornare in parlamento nella più serena veste di senatore a vita ed invece si trova a dover tornare sui suoi passi, pregato, quasi "costretto" dai capi-partito.
Avrebbe voluto svestire gli scomodi panni del Capo di Stato, di questo Stato guidato (si fa per dire) da politici più preoccupati di conservare le loro poltrone che del bene del Paese.
L'alto senso di responsabilità (e qui si emoziona di nuovo) non gli ha permesso quello scatto di giusto "egoismo" che gli chiedeva di pensare a se stesso e alla, anziana come lui, moglie.
La manifesta incapacità dei nostri rappresentanti, una situazione parlamentare che iniziava ad aggrovigliarsi sempre più gli ha "imposto" di non poter rifiutare l'ipocrita richiesta di aiuto giuntagli da quelle stesse persone che stavano mettendo definitivamente in ginocchio l'Italia.
E lui, che serve il nostro Paese da quando aveva 28 anni (ed ancora Giorgio si emoziona a ricordare la sua giovinezza spesa al servizio di un'Italia appena uscita da una guerra disgraziata) non poteva, proprio alla fine, dire di No.
E sua moglie lo ascolta in silenzio, rassegnata ma fiera di quel cotanto marito.
Le bacchettate
Chi si aspettava un discorso formale è rimasto deluso.
Napolitano, senza peli sulla lingua, enuncia uno dopo l'altro le mancanze dei partiti, che pure lo hanno richiamato sul Colle.
La mancata riforma della legge elettorale, che non permette di effettuare preferenze sulla scelta dei candidati, che regala un premio di maggioranza sproporzionato rispetto al poco vantaggio di voti ottenuti, che non garantisce in ogni caso che chi vince riesca poi a portare a termine il proprio mandato.
La miopia della classe politica, ancora arroccata sulle proprie barricate pro o contro Berlusconi, dove non si guarda alla bontà o meno delle leggi proposte, ma si guarda unicamente alla faccia di chi le propone (legge di sinistra=legge buona, legge di destra=legge brutta, o viceversa).
E non mi battete le mani, se lo fate solo per convenienza e per auto-indulgenza, aggiunge il Presidente.
Il futuro
Se mi avete eletto, è per fare un Governo.
Nelle altre nazioni occidentali, quando non c'è una maggioranza possibile da parte di un solo partito, si guarda ai programmi e si fa un governo (con chiunque ci sta) per portare a termine quei programmi per il bene della Nazione.
Ma questa è una vera e propria rivoluzione!
E, se vedrò che non ci sono le condizioni per andare avanti, prenderò i provvedimenti conseguenti senza aspettare e tergiversare (e quì si è visto qualche politico preoccuparsi: ma abbiamo fatto bene a rieleggerlo?)
Mi avete ri-voluto? Adesso vi faccio vedere io!
E tutto, o quasi, il parlamento lo applaude
Tanti gli applausi, tante volte i parlamentari sono scattati in piedi, sembrava quasi un film o, come si una oggi, una fiction: i cattivi che all'improvviso si ravvedono e diventano buoni.
Però qualcuno cattivo ci è rimasto.
E sì, sempre loro, i grillini.
Seduti (in piedi solo durante il giuramento iniziale ed al saluto finale), gelidi, senza mai battere le mani.
Evitavano persino di guardarsi tra loro, onde non farsi scappare sorrisini, ammiccamenti o altro che poi la televisione potesse scambiare per il pur minimo segno di approvazione per il Presidente.
Ma, scusate, è questo il nuovo che avanza?
Mi è sembrato invece una riedizione, riveduta e corretta, dell'atteggiamento monolitico del vecchio partito comunista bolscevico, dove tutti si dovevano adeguare al diktat del segretario moscovita.
Grillo ha parlato, nessuno lo può contraddire.
Niente dissensi, altrimenti fuori dal gruppo.
Non si possono fare dichiarazioni personali, il pensiero del singolo viene sacrificato sull'altare del pensiero del guru.
Cambiamenti della linea politica si possono fare solo se autorizzati (o dettati?) dal capo.
Applaudire Napolitano? Nemmeno per sogno.
Grillo non ci ha dato il vademecum con la specifica di quali parole o affermazioni erano degne di possibile approvazione del leader maximo.
Il discorso di Napolitano è parso a tutti un discorso di buon senso, il primo discorso di buon senso pronunciato in Parlamento negli ultimi vent'anni.
Ma per i grillini no. Scusate, ma non era il loro il movimento che voleva portare il buon senso al potere?
Forse mi sono perso qualche passaggio...
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