Thursday, April 25, 2013

DELITTO DI PERUGIA: AMANDA KNOX, RIVELAZIONI CHOC NEL SUO LIBRO BIOGRAFIA

Amanda Knox continua a far parlare di sè e lo fa in maniera decisamente choccante: solo pochi giorni fa, la principale imputata del delitto di Perugia, dove venne uccisa l'amica Meredith Kercher, ha appreso che il processo verrà riaperto, annullando quella che era stata la sentenza di assoluzione emessa nei suoi confronti e per l'allora fidanzato Raffaele Sollecito.

Ed ora, nel suo libro autobiografico di memorie intitolato "Waiting to be heard", scritto proprio per quel tragico episodio del 1 Novembre 2007, confessa nuovi particolari inediti e sorprendenti relativi a quella notte.

«Cantai e ballai nella stanza di Mez durante i rilievi della polizia. Ero a casa con Raffaele a fumare marijuana che per noi era un'abitudine quotidiana. Per quasi un'ora suonai alla chitarra canzoni dei Beatles finché con Raffaele non decidemmo di andare a casa sua. Lì abbiamo guardato il film Amelie e fumato ancora marijuana. Poi ho letto ad alta voce un libro di Harry Potter in tedesco».

Amanda Knox, poi, rivela di aver cercato di mantenersi lucida quando ritornò con la Polizia sulla scena del delitto: «Indossai guanti e calzini protettivi e mi misi a cantare, muovendo le braccia come nella conduzione di un musical. Era un tentativo per allentare la tensione perché tutto era così surreale e terribile. Ero come una bimba afflitta e smarrita che a 20 anni ancora guardava le persone con innocenza infantile», continua Amanda. «I flirt con uomini in Italia erano soltanto un modo per sentirmi più donna e a mio agio con l'idea del sesso occasionale praticato da ragazze e ragazzi della mia generazione»

Poi, naturalmente, descrive quei giorni passati in prigione: «Nei 12 mesi dopo la condanna decisi che sentirsi vittima non mi avrebbe aiutato. In prigione, tante sono le donne che incolpano altri per le loro sventure, vivendo così esistenze passive piene di rancore. Io rifiutai di essere come loro. Sono uscita dal tunnel nefasto in cui ero precipitata e ho promesso a me stessa che avrei vissuto con dignità. Mi sarei amata e avrei goduto di ogni attimo dietro le sbarre».

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